Assenze dal lavoro durante il Coronavirus
- Avv. Amato Mercuri
- 10 mar 2020
- Tempo di lettura: 2 min
In seguito alle recenti disposizioni normative sul Coronavirus (DPCM 8 marzo e DPCM 9 marzo 2020) vi è da capire quali sono le assenze giustificate dal luogo del lavoro e quali no.

In caso di quarantena obbligatoria perché si ha i sintomi del coronavirus (i sintomi ) non vi è nessun problema dal punto di vista lavorativo basta seguire la prassi della normale malattia.
Più delicata la quarantena volontaria dove vi deve essere una giustificazione visto che ora tutta Italia è "zona rossa". Diciamo che il fatto di rimanere a casa per essere venuti a contatto con persone risultate positive (la cosa dovrebbe essere poi provata e provabile e va segnalata sia alle autorità sanitarie che al datore di lavoro) oppure per il fatto di risiedere nelle zone a più alta concertazione di contagi potrebbe essere un comportamento di oggettiva prudenza, ed il datore di lavoro non avrebbe giustificato motivo di provvedere a richiamo disciplinare.
D'altra parte non sono giustificate le assenze dal luogo di lavoro per semplice timore del contagio senza che siano supportate in altro modo ovvero non perché si riceva indicazioni in tal senso dalle autorità o dal datore di lavoro. In questi casi si rischiano procedimenti disciplinari fino al licenziamento per giustificato motivo.
Vi sono però mezzi per lavorare o non lavorare in sicurezza o con meno ansia, ovviamente rispettare i precetti dell'autorità sanitaria che ormai dovremmo conoscere a memoria (lavarsi le mani, un metro di distanza ecc.. Prevenzioni) ma i datori di lavoro che sono i responsabili della incolumità dei propri lavoratori posso prevedere anche altre misure come il lavoro agile (cd lo smart o remote working). Ovviamente non è possibile per tutte le tipologie di lavoro e allora ci sono i rimedi più comuni come ferie, permessi (retribuiti e non) e banca ore che di regola sono disciplinati dai contratti collettivi. Sul congedo parentale sembra che il governo voglia inserire regole per aiutare almeno uno dei genitori a rimanere a casa con i figli. Per ora questo strumento è subordinato alla sussistenza dei requisiti di legge che ne consentono l’accesso, con le modalità di fruizione articolate prefisse dalla legge e disciplinate dai contratti collettivi (12 anni di età, 10 mesi max in linea generale).
Infine è il caso di ricordare che per gli spostamenti è necessario il modulo per l'auto-dichiarazione che va compilato prima di essere fermati, ovvero dovete sapere prima dove state andando, ma sopratutto non andate in giro se proprio non avete la necessità oggettiva di farlo. Queste norme sono state disposte non solo per fermare il virus ma per evitare un contagio massivo, se non possiamo fermarlo dobbiamo almeno ritardare il contagio per evitare di mettere ancora di più in difficoltà il sistema sanitario nazionale. E' chiaro che queste direttive avranno un duro impatto sull'economia del paese e delle famiglie ma davanti alla salute anche l'economia deve piegare la testa, più saremo diligenti e prima usciremo fuori da questa situazione.
Avv. Amato Mercuri
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