Job Act: incostituzionale l'indennità di licenziamento rigida
- Secondo la Corte
- 28 set 2018
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Come molti sanno dopo la Fornero e successivamente col Job Act anche in caso di licenziamenti illegittimi non vi era più la tutela integrale dell'art. 18 (o almeno era stato relegato solo ad alcuni casi), il Job act in particolare aveva introdotto un meccanismo per sanzionare il licenziamento illegittimo, applicabile ai soli lavoratori assunti a tempo indeterminato a partire dal 7 marzo 2015, che prevedeva un'indennità fissa e crescente solo in base all'anzianità. Ad esempio per le aziende oltre 15 dipendenti il provvedimento del governo Renzi prevedeva in caso di licenziamento ingiustificato "un importo pari a due mensilità dell'ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto per ogni anno di servizio, in misura comunque non inferiore a quattro e non superiore a ventiquattro mensilità." Proprio questo articolo (art. 3 jobs act) è stato dichiarato incostituzionale poiché la previsione di un'indennità crescente in ragione della sola anzianità di servizio del lavoratore è, secondo la Corte, contraria ai principi di ragionevolezza e di uguaglianza e contrasta con il diritto e la tutela del lavoro sanciti dagli articoli 4 e 35 della Costituzione.
Pertanto sembra che si dovrà tornare ai precedenti criteri di calcolo di indennizzo stabiliti dalle norme Fornero, che affidavano ai giudici la valutazione caso per caso (tenendo conto di durata del rapporto, ma anche grandezza della società e comportamenti delle parti) nell'ambito della stessa forchetta minima e massima.
C'è chi sostiene che per gli imprenditori era una comodità avere un rischio già calcolato al dettaglio qualora avessero voluto licenziare un lavoratore ma in ogni caso la censura della Corte non cambia moltissimo su questo aspetto, c'è sempre un minimo e un massimo su cui un azienda si può regolare, tuttavia i Giudici ritornano ad avere una loro discrezionalità che non è detto che sia un bene per il lavoratore sopratutto per quelli che lavorano da molti anni in azienda.
Nemmeno il decreto dignità pone rimedio perché non ha toccato il meccanismo di individuazione dell'indennizzo ma ha solo aumentato il minimo e il massimo (da 6 a 36 mensilità invece che da 4 a 24).
Le ulteriori questioni sollevate in relazioni ai licenziamenti, sono state dichiarate inammissibili o infondate.
Solo nel 2017, secondo i dati del Ministero della Giustizia, sono stati 20.580 licenziamenti impugnati nel settore privato (-8% rispetto al 2016) e a fine anno erano ancora 17.724 le cause pendenti.
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