DISELGATE sanzione da 5 miloni di euro alla Volkswagen
- Avv. Amato Mercuri
- 13 ago 2016
- Tempo di lettura: 5 min

A partire dall’anno 2009 il gruppo Volkswagen (VW) ha immesso, sul mercato italiano, autoveicoli e veicoli commerciali, con motorizzazioni sia diesel che benzina, le cui emissioni inquinanti o concernenti l’ambiente non sarebbero conformi ai valori dichiarati in sede di omologazione, ovvero la cui omologazione è stata ottenuta attraverso l’utilizzo di un software nella centralina di controllo del motore (cosiddetto “impianto di manipolazione” o defeat device), in grado di far sì che il comportamento del veicolo sia diverso durante i test di banco per il controllo delle emissioni rispetto al normale impiego su strada.
A settembre 2015 l'agenzia americana per l'ambiente (EPA) segnala queste anomalie.
Con comunicato stampa del 22 settembre 2015, Volkswagen AG ha ammesso le proprie responsabilità in ordine alla suddetta violazione dichiarando inoltre che la stessa coinvolgerebbe circa 11 milioni di veicoli venduti in tutto il mondo
i profili oggetto del procedimento dell'Autorità garante per la concorrenza e il mercato sono i seguenti:
A) la commercializzazione di autoveicoli diesel sul mercato italiano (con codice identificativo EA189 EU 5), a partire dall’anno 2009 e fino al settembre 2015, la cui omologazione è stata ottenuta attraverso l’utilizzo di un software nella centralina di controllo del motore, cosiddetto “impianto di manipolazione” o defeat device, in grado di far sì che il comportamento del veicolo sia diverso durante i test di banco per il controllo delle emissioni rispetto al normale utilizzo su strada.
B) la commercializzazione sul mercato italiano nel corso degli anni 2015 e 2016 di autoveicoli diesel e a benzina le cui emissioni di CO2 non sarebbero conformi ai valori dichiarati in sede di omologazione,
Volkswagen AG ha installato un sistema di ricircolo dei gas di scarico negli autoveicoli del Gruppo con motorizzazione diesel EA 189 EU5 (definito sistema EGR) in grado di operare in due distinte modalità. In modalità EGR 0 (la modalità del normale utilizzo del veicolo su strada) il livello delle emissioni NOx risulta superiore a quello rilevabile in modalità EGR 1 che è la modalità che automaticamente si attiva al momento dell’accensione del veicolo e che permane soltanto quando il veicolo si trova in fase di test sui rulli durante lo svolgimento di un ciclo NEDC (Nuovo ciclo di guida europeo che è il test per la valutazione delle emissioni). Il sistema EGR è in grado di riconoscere quando la vettura si trova sui rulli in un ciclo di controllo delle emissioni NEDC e automaticamente mantiene il sistema in modalità EGR 1 per tutta la durata del test. In questo modo il risultato delle emissioni NOx fornito dal test risulta più basso di quello ottenibile in modalità EGR 0, modalità che si attiva nel normale utilizzo del veicolo su strada.
Secondo la notice of violation dell’EPA del 21 settembre 2015 il risultato dei test effettuati su alcuni veicoli diesel Volkswagen destinati al mercato americano indica valori delle emissioni NOx derivanti dal normale utilizzo su strada fino a 40 volte superiori a quelli riscontrabili nei test di banco.
Anche l’Autorità Federale dei trasporti tedesca ha stabilito che il sistema EGR costituisce un impianto di manipolazione vietato ai sensi dell’art. 3, par. 10, e dell’art. 5, par. 2, del Regolamento n. 715/2007.
La VW ha venduto in Italia, dal 2009 al 2015, oltre 700.000 autoveicoli su cui risulta installato l’illegittimo impianto di manipolazione.
Al riguardo si osserva che tale condotta risulta scorretta ai sensi della clausola generale di cui all’art. 20, comma 2 del Codice del Consumo in quanto contraria alla diligenza professionale ed idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico dei consumatori. Considerata l’importanza e la notorietà di uno dei principali operatori a livello mondiale nel settore automobilistico e l’importanza sempre maggiore che le tematiche ambientali assumono nell’orientare le scelte di consumo dei clienti la mancata diligenza è ancora più grave. Al riguardo basti osservare che in un messaggio pubblicitario diretto ai propri clienti, diffuso a tutta pagina sui maggiori quotidiani nazionali e testate giornalistiche a partire dalla metà di ottobre 2015, Volkswagen ha riconosciuto di aver recentemente “commesso un grave errore”, compromettendo il rapporto di fiducia con i consumatori ai quali ha chiesto pubblicamente scusa.
Si osserva che oggetto del presente procedimento non è, diversamente da quanto la VolksWagen cercherebbe di rappresentare, la eventuale discrepanza nelle emissioni derivanti dai test NEDC e le emissioni nella guida reale. L’oggetto del procedimento dell'Autorità è l’utilizzo da parte della società di un impianto di manipolazione vietato in grado di alterare artificialmente il risultato del test NEDC ai fini dell’omologazione degli autoveicoli. La VW, pertanto, non può invocare a sua discolpa il fatto che generalmente risultino discrepanze tra i valori delle emissioni in un ciclo NEDC rispetto a quelli riscontrabili nella guida reale. Essa, infatti, ha progettato e installato nei veicoli in questione un defeat device vietato che entra in funzione soltanto quando il veicolo si trova in un ciclo NEDC, alterandone come sottolineato il comportamento e il funzionamento del sistema di controllo delle emissioni.
Alla luce della sopra descritta condotta assume rilevanza la diffusione da parte del professionista di messaggi pubblicitari, successivi all’omologazione ricevuta per i differenti modelli del Gruppo, in relazione ai vanti ecologici e alle indicazioni circa la conformità degli stessi ai parametri concernenti le emissioni inquinanti e ambientali. Da questo punto di vista, occorre tener presente che i cosiddetti claim ambientali o verdi (detti anche green claims o environmental claims), diretti a suggerire o, comunque, a lasciar intendere o anche solo a evocare il minore o ridotto impatto ambientale del prodotto o servizio offerto, sono diventati un importante strumento pubblicitario in grado di orientare significativamente le scelte di acquisto dei consumatori, sulla base della loro accresciuta sensibilità verso tali tematiche.
Invece con riguardo alla diffusione di informazioni ingannevoli, nel corso degli anni 2015 e 201656, sulle emissioni di CO2 dei veicoli VW, si rileva che dall’esame complessivo della documentazione agli atti non emergono elementi tali da supportare la sussistenza di specifiche ipotesi di violazioni del Codice del Consumo.
Con riguardo alla gravità della violazione, si tiene conto nella fattispecie in esame del fatto che Volkswagen AG, è uno dei principali operatori a livello mondiale nella produzione di autoveicoli e veicoli commerciali. Il fatturato complessivo 2015 di VW AG è stato pari a 73.510.000.000 euro. Volkswagen Group Italia S.p.A. è la filiale italiana del Gruppo ed opera nella distribuzione in Italia di autoveicoli e veicoli commerciali del Gruppo Volkswagen, che comprende al suo interno, tra gli altri, i marchi Volkswagen, Audi, Seat, Skoda e Volkswagen veicoli commerciali. Il fatturato 2015 di VW Italia è stato pari a 4.272.367.749 euro. Tenuto conto dei veicoli e dei consumatori coinvolti L'autorità garante della concorrenze del mercato ha irrorato in solido alle società Volkswagen Group Italia S.p.A. e Volkswagen AG una sanzione amministrativa pecuniaria di 5.000.000 € (cinquemilioni di euro)
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